(il SECOLO d'Italia).
domenica 25 agosto 19:42 - di Redazione📷
La senatrice Monica Cirinnà, sommersa da critiche ma anche da molti insulti volgari per il suo tifo scalmanato nell’aula di Palazzo Madama contro Salvini, ora fa la vittima. Eppure dovrebbe sapere che i tifosi sono sempre esagerati, su tutte le curve e su tutti gli spalti.
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Ciò non giustifica certo le ingiurie, ma allo stesso tempo non si può lanciare il sasso e nascondere poi la mano. Sono in tanti a ricordare il cartello “Dio-Patria-Famiglia che vita di merda” brandito dalla senatrice. O anche la t shirt da lei indossata: “Meglio frocio che fascista”. Insomma la descamisada Monica è una tifosa eccellente, una che non si tira indietro nella schiera di chi urla più forte per sovrastare l’avversario.
In occasione della crisi di governo l’ondata di commenti aspri e insolenti che l’hanno colpita dev’essere stata veramente gigantesca e così la Cirinnà è passata al contrattacco: “Sapevo – ha scritto su Twitter il 22 agosto – che ondata di odio sarebbe puntualmente arrivata Non mi spaventa Non mi fermo, continuo a lottare per dignità ed eguaglianza. E continuo a denunciare a @poliziadistato ogni commento che passa limite della legalità”.
L’avvertimento non deve avere sortito alcun effetto. Infatti ecco che la stessa Cirinnà twitta un altro avvertimento, due giorni dopo: “Ricordo a tutti gli odiatori che ho dato mandato al mio legale di sottoporre alla valutazione della magistratura tutte le frasi offensive e denigratorie a me rivolte per ottenere la condanna penale dei responsabili ed il risarcimento del danno provocato. #Remember”.
La sinistra che ha fatto della cultura del piagnisteo il proprio mantra è tutta con lei: da Fiano alla Boldrini. Sono soddisfazioni. Mentre i suoi supporter le chiedono di querelare, querelare, querelare: “Riducili in mutande”, “Sfonnali”, “Li vogliamo vedere sul lastrico”. E le curve contrapposte tornano ad agitarsi.
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