(il SECOLO d'Italia).
martedì 10 settembre 17:18 - di Redazione📷
“Io so una cosa per certo: se per caso mai fossi stato eletto al Senato, oggi avrei fatto saltare i denti a parecchi leghisti prima che i valletti riuscissero a fermarmi. Lo dico da padre”. Lo afferma su Twitter lo scrittore Sandro Veronesi evidentemente non ancora dall’atmosfera “mite” e senza odio inaugurata dal neostatista Conte.
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Così, mentre su tutti i giornali abbiamo letto la solita manfrina per quattro saluti romani in piazza a Roma dove hanno manifestato migliaia di persone pacifiche e per bene, uno scrittore, già vincitore del Premio Strega nel 2006, uno di quegli intellettuali che dovrebbero adoperarsi per sedare gli animi e arginare il linguaggio basato sull’offesa e sul dileggio, si permette un’uscita così violenta. E magari poi, se sommerso da una valanga di critiche come merita, si prepara al “gne gne” vittimistico di rito.
Da notare che Veronesi, sulla questione dei porti chiusi, si era già distinto per una lettera pubblicata sul Corriere in cui, contestando la politica di Salvini sui migranti, aveva invitato un altro scrittore, Roberto Saviano, a mettere i corpi sulle navi ferme a Lampedusa per fare qualcosa di concreto: “Andare laggiù, dove lo scempio ha luogo, e starci, col proprio ingombro, le proprie necessità vitali, la propria resistenza, lì”. All’appello di Veronesi aveva risposto Salvini: “Buon viaggio a chi si imbarca”.
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