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Il salto della quaglia di Laura Boldrini. Lascia LeU ed entra nel Pd

ApprofondimentiPolitica (il Primato Nazionale).

Di Davide Di Stefano -24 Settembre 2019

Roma, 24 set – Più la politica annaspa nella palude del trasformismo, del poltronismo, dell’approssimazione, più le parole d’ordine diventano solenni. Ogni governo è sempre “quello della svolta”, mentre di solito chi arriva a palazzo Chigi senza il consenso degli elettori ci spiega che deve “salvare l’Italia”. E così ecco che Laura Boldrini per non passare per una Lorenzin qualunque, motiva la sua adesione al Pd con la necessità di “contrastare la destra” ed evitare “l’estinzione della sinistra”. Dunque niente più LeU per l’ex presidente della Camera meno amata dagli italiani, anche perché ormai del soggetto politico che ha fatto flop alle ultime elezioni ne era rimasto solo qualche rimasuglio parlamentare.

Renzi se ne va, i compagni tornano all’ovile

Piuttosto che avventurarsi nella a dir poco frammentata galassia dei partitini di sinistra laurona ha preferito tornare all’ovile, in quel Pd ormai derenzizzato che può finalmente tornare ad attrarre tutti gli (ex) comunisti. Laura però nega che la sua adesione sia legata alla scissione del giglio magico: “La mia decisione non è legata affatto all’uscita di Renzi e del suo gruppo. Ho maturato da tempo il mio passo”, spiega, confessando anche di aver votato Pd alle ultime elezioni europee. Insomma la Boldrini ci racconta che il salto della quaglia serve a sfidare meglio la destra: “Con la destra peggiore di sempre non è più tempo di piccoli partiti e di fare troppi distinguo. A forza di farlo rischiamo solo di estinguerci, mentre la destra va sfidata e contrastata con l’azione di un grande soggetto politico capace di incidere sulla società e che si batta contro ogni forma di disuguaglianza sociale, territoriale e di genere”.

Sopportare i 5 Stelle per escludere Salvini

L’ex presidente della Camera ci tiene a sottolineare che la sua non è stata una scelta dettata dall’opportunismo politico: “Ho atteso che fossero scelti ministri e sottosegretari perché non volevo assolutamente che il mio passaggio potesse far pensare a qualcuno che miravo a qualche incarico”. Tutto bello, tutto giusto per la compagna Laura. Ma come giustifica l’alleanza di governo con quei 5 Stelle che per anni l’hanno bersagliata? Risposta fin troppo scontata: “L’intesa è dovuta alla necessità di uscire da una bolla di propaganda in cui Salvini aveva precipitato il Paese”. Tutti contro Salvini. Siamo ancora fermi lì.

Davide Di Stefano

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