Salvini bacchetta la Trenta: "I confini vanno difesi". L'irritazione della Difesa: "Abbiamo offerto supporto, non l'avete voluto". Ma il Viminale insiste: "Le navi vanno bloccate"
Andrea Indini - Sab, 06/07/2019 - 22:51 (il Giornale.it).
Più che la forzatura di un blocco, quella della Alex, la nave della ong Mediterranea Saving Humans con a bordo una quarantina di immigrati, è sembrata una passerella.
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È riuscita a "forzare" il divieto del Viminale arrivando ad attraccare a Lampedusa scortata dalle motovedette della Guardia costiera (video). Nel giro di pochi giorni è la seconda imbarcazione che entra illegalmente in quel porto. Matteo Salvini, che continua a combattere personalmente ogni braccio di ferro contro qualsiasi ong voglia venire in Italia a scaricare clandestini, non nasconde la propria irritazione nei confronti dei vertici militari e li accusa di non aver difeso i confini. Tornano così a galla i mai ricuciti dissapori con il ministro che presiede la difesa del Paese: Elisabetta Trenta.
Mentre l'assalto di Carola Rackete al porto di Lampedusa ha ulteriormente minato i rapporti con la Germania, il blitz dell'ong fondata da Luca Casarini rischia di far riemergere i vecchi attriti tra il ministero della Difesa e il Viminale. Salvini non ha digerito che la Alex sia riuscita ad arrivare a Lampedusa indisturbata. Mentre entrava in porto erano presenti delle navi della Guardia costiera che non hanno mosso un dito per fermarne l'avanzata. E questo, il vice premier leghista non può proprio tollerarlo. Lo ha ammesso lui stesso in serata durante una diretta su Facebook. "I confini via mare sono come quelli via terra", ha commentato. Nei prossimi giorni chiederò alla Trenta di aiutarlo "in questa battaglia di civiltà e di legalità". Il ché significa anche ragionare sulla presenza delle navi militari italiane che sono presenti nel Mar Mediterraneo. Intanto, però, ha domandato ai vertici delle forze armate italiane "se la difesa dei confini è ancora un diritto-dovere da parte delle istituzioni o se i confini italiani sono diventati un 'di più'".
Salvini sa bene che, in qualità di ministro dell'Interno, può "solo" indicare un porto sicuro e bloccare uno sbarco non autorizzato. Le forze armate in mare non dipendono da lui, sono in capo al dicastero della Difesa. "Se servono da scorta per le navi fuorilegge - ha commentato - domandiamoci sull'utilizzo di queste unità (militari, ndr)". La critica del vice premier leghista non poteva cadere nel vuoto senza fare rumore. E così dal dicastero guidato dalla Trenta hanno subito fatto trapelare che nei giorni scorsi stato offerto supporto al Viminale ma che il Viminale lo ha respinto, "in più di una occasione". "Questi sono i fatti", hanno tenuto a rimarcare fonti vicine al dossier. Una puntualizzazione che non scalfisce gli uomini di Salvini che ricordano alla Trenta che il supporto delle unità navali militari italiane serve a "bloccare le navi che vogliono portare i clandestini in Italia e non per aiutarle nel trasporto".
Alla replica del ministero dell'Interno, la Difesa ha fatto seguire un'ulteriore velina per ribadire che il supporto offerto riguardava proprio il trasporto alla Valletta dei migranti che si trovavano a bordo della Alex. "Se il Viminale avesse accettato, i migranti sarebbero già a Malta - hanno fatto trapelare le stesse fonti - è un mistero anche per noi il rifiuto espresso dal Viminale... forse al Viminale non sanno come funzionano le cose- hanno, poi, continuato - non sanno che gli Stati maggiori si relazionano con tutte le articolazioni dello Stato, incluso il Viminale stesso". I toni sono più duri del solito. E rischiano di preparare un ulteriore scontro già nelle prossime ore. "Esigiamo rispetto per i nostri militari", hanno chiesto dalla Difesa. Ma Salvini è determinato ad andare fino in fondo pur di vincere la battaglia contro le onge l'immigrazione clandestina.
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