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Crollo otto per mille: la Chiesa pro immigrazione non piace agli italiani
Di Ilaria Paoletti -15 Luglio 2019 (il Primato Nazionale).
Roma, 15 lug – Brutte notizie per la Chiesa Cattolica che in sette anni ha visto un crollo nelle donazioni italiane attraverso l’otto per mille dell’Irpef.
Due milioni di italiani “in meno”
Sono due milioni di italiani in meno quelli che hanno deciso di destinare l’otto per mille dell’Irpef alla Chiesa cattolica. Almeno per quest’anno, però, la Cei non avrà un grosso impaccio poiché l’importo assoluto dell’otto per mille è “rincarato”: infatti, complessivamente i contribuenti hanno deciso sempre in meno di esprimere questa preferenza nella denuncia dei redditi.
Due anni in calo costante
Il dipartimento delle Finanze ha diffuso recentemente i dati aggiornati sulla ripartizione delle somme prelevate dall’Irpef sono stati resi noti in questi giorni dal Dipartimento delle Finanze; su 40,8 milioni di contribuenti, il 56% ha deciso di non donare l’otto per mille, mentre poco più del 43% ha espresso una preferenza. Tra queste preferenza vince ancora la Chiesa cattolica con 14 milioni di contribuenti. Nel 2010 erano stati 15,6 milioni i contribuenti che avevano scelto la Chiesa cattolica, dato corrispondente al 37,6 % dei contribuenti totali sul’82,2 % delle scelte espresse. Negli ultimi due anni le “preferenze” per la Chiesa cattolica si sono ridotte ulteriormente: per i redditi 2017 le preferenze toccano il record negativo di 13,5 milioni. Quindi, circa due milioni in meno rispetto a sette anni prima. Papa Francesco è salito al soglio pontificio sei anni fa e in questi ultimi anni si è sempre più speso per l’accoglienza agli immigrati e, in generale, una tendenza all’apertura e alla tolleranza nei confronti delle altre culture (fino ad arrivare ad invitare i rom in Vaticano) – in scontro, più o meno aperto, con l’attuale governo o con le forze sovraniste. Questo sembra non aver fatto una buona impressione sui contribuenti italiani a giudicare dai dati del dipartimento delle Finanze.
Aumentano i buddisti
Nel 2020 e nel 2021 sarà possibile avere contezza degli anni ancora più recenti, mentre per le denunce dei redditi relative al 2018 sapremo i risultati nel 2022. Nell’ultimo biennio, dati alla mano, tra le altre confessioni religiose crescono le “donazioni” alle associazioni buddiste. Lo Stato, invece, dopo anni in calo, riguadagna qualche posizione.
Ilaria Paoletti
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