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CasaPound, una scelta di libertà. Non lo capiscono solo Fiano e l’Anpi

venerdì 28 giugno 6:00 - di Francesco Storace (il SECOLO d'Italia).📷

La Tartaruga non si arrende. Più semplicemente sceglie il luogo dove fare politica, che non sta solo nelle istituzioni. Ma tra la gente comune, con chi non ha casa, con chi vuole un’Italia sovrana. CasaPound, semmai, farà ancora più politica di prima, libera dall’ossessione delle liste, delle firme, dei soldi. È libertà.

Hanno fatto bene a prendere la decisione di non condizionare più le loro attività alle elezioni. Un patrimonio di idee e di comunità non poteva essere sacrificato dalle percentuali elettorali.

Laboratorio di idee

In questi anni Cpi ha rappresentato anche un vivacissimo laboratorio di idee. Certo, con i limiti che può incontrare un’organizzazione di coraggiosi militanti invisa alla sinistra. Ma fiera di rappresentare un segnale di forte novità quando nelle periferie (e in alcuni casi anche nelle stesse istituzioni) si è cominciato a parlare di mutuo sociale. Quando nel dibattito politico è entrato il reddito nazionale di natalità. Oppure la proposta di nazionalizzazione delle autostrade. E anche  la grande battaglia per la preferenza nazionale agli italiani nell’accesso al lavoro e ai servizi sociali.

Eppure, tutto questo si è infranto ogni volta contro la grancassa mediatica altrui. Un vero e proprio regime ha criminalizzato un movimento che dà fastidio per le idee che professa. Indagano i magistrati, l’Europa ci bastona, le tasse ci strozzano, l’immigrazione ci invade, ma per i giornaloni, per Virginia Raggi e per la servitù scodinzolante di certa sinistra il problema è un palazzo di Roma, in via Napoleone III. Oddio, è occupato come cento altri che nessuno sgombera. È l’Italia ipocrita.

Altro che ritiro

Che cosa farà adesso CasaPound? Gianluca Iannone come Simone Di Stefanolo hanno spiegato con chiarezza, nei loro comunicati sulla svolta: un ritorno alle origini. Contaminazione a livello politico e culturale. Un rilancio dell’azione interdetta in presenza di perenne ricerca del voto. Insomma quello che facevano prima. Con possibili collaborazioni politico/elettorali laddove ce ne siano i presupposti. Altro che ritiro. È recupero dell’iniziativa politica. È sfida su temi da rilanciare con una stella polare: sovranità. Liberi da etichette elettorali, potranno fare ancora più proselitismo e magari ottenere sostegno anche da chi milita nei partiti tradizionalmente rappresentati in Parlamento. 

Ci sarà sempre chi sputa veleno, perché CasaPound non pare intenzionata a smettere di “dare fastidio”. Il pensiero non conforme passa anche per iniziative diverse, a partire dai concerti. Sabato ce ne sarà uno a Milano e il solo annuncio ha già scatenato le fibrillazioni di quei soliti campioni di democrazia dell’associazione partigiani. Nemmeno musica vogliono fare ascoltare. L’Anpi dovrebbe essere sciolta, non CasaPound, e magari togliergli tanti quattrini con cui lo Stato continua a foraggiare le loro gesta.

Su tutti, però, si distingue il solito Emanuele Fiano, incapace di rispetto e silenzio pure in un giorno importante per un movimento politico che decide di chiudere la stagione elettorale. No, Fiano continua ad impicciarsi a sproposito di tutti quelli che non la pensano come lui. È la faziosità che caratterizza questa sinistra che per tentare di esistere di aggrappa al culto del nemico non avendo più idee da rappresentare. Fanno pena. In bocca al lupo, invece, alla “nuova” Cpi.

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