Ieri nuova puntata nella caccia ai fantasmi russi della procura di Milano. Uomini della guardia di finanza sono entrati a casa di Francesco Vannucci a Suvereto, in provincia di Livorno, per una perquisizione.
Francesco Vannucci, 62 anni, sarebbe il terzo italiano presente all’hotel Metropol di Mosca il 18 ottobre 2018, durante l’ormai famoso incontro dell’ex portavoce di Salvini, Savoini, e presunti uomini d’affari russi.
Ora, si apprende che Vannucci è stato un politico di sinistra. Prima vice coordinatore per la provincia di Livorno della Margherita, e poi, quando questa si unì ai DS per formare il PD, membro del direttivo locale del Partito Democratico. Almeno fino al 2010.
All’Ansa Vannucci ha spiegato di aver “partecipato all’incontro all’hotel Metropol di Mosca il 18 ottobre 2018 in qualità di consulente esperto bancario che da anni collabora con l’avvocato Gianluca Meranda.
Quindi abbiamo Meranda, uomo legato alla massoneria francese e un advisor finanziario che ha militato nel Partito Democratico. E non come semplice militante, ma come vice segretario in una provincia importante per la sinistra – almeno all’epoca – come Livorno.
Ora, la cosa si fa sempre più strana. Abbiamo un chiaro tentativo di agguato a Salvini, e a questo agguato era presenta un ex dirigente del PD. E un massone.
I fondi russi non ci sono. In compenso si notano le manine della sinistra nel tentativo di confezionare una trappola contro Salvini prima delle elezioni del presidente della commissione.
Fallito. E poi rigurgitato dal giornale scandalistico BuzzFeed.
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