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Carabiniere ucciso, il comandante: “Era disarmato, aveva dimenticato la pistola”

Di Alessandro Della Guglia -30 Luglio 2019

(il Primato Nazionale).

Roma, 30 lug – Mario Cerciello Rega è presentato disarmato all’appuntamento con i due americani Elder Finnegan Lee e Christian Gabriel Natale Hjorth. Il carabiniere, ucciso a coltellate, “aveva dimenticato la pistola” che poi è stata ritrovata nel suo armadietto. Di conseguenza Cerciello Rega aveva a disposizione soltanto le manette. A riferirlo è il comandante provinciale dei carabinieri di Roma, Francesco Gargaro, che durante una conferenza stampa ha ricostruito la vicenda facendo il punto sulle indagini in corso.

“Cerciello aveva dimenticato l’arma, è stata probabilmente una dimenticanza, ma ciò non toglie che non aveva alcuna possibilità di reagire. Non immaginavano di trovarsi di fronte una persona con un coltello di 18 centimetri, e non si aspettavano neanche di essere aggrediti nel momento in cui si qualificavano come carabinieri”, ha specificato il comandante provinciale, specificando che “si trattava di un servizio che a Roma si fa ogni giorno, o quasi”.

Gargaro ha poi spiegato che “l’indicazione del fatto che fossero stati due maghrebini è stata data da Brugiatelli”, ovvero l’uomo che era stato derubato dello zaino. “Ha parlato di due persone di carnagione scusa, presumibilmente maghrebini. Lo ha detto perché aveva il timore di dire che conosceva gli autori dell’omicidio. Non voleva essere associato al fatto. Solo dalle immagini si è scoperto l’antefatto”, ha poi sottolineato il procuratore aggiunto di Roma, Michele Prestipino.

“Interrogatori regolari”

“Gli indiziati sono stati individuati e interrogati dai magistrati nel rispetto della legge“, ha detto Prestipino. “Gli interrogatori sono stati effettuati con tutte le garanzie difensive – ha dichiarato il procuratore aggiunto – alla presenza dei difensori, dell’interprete e previa lettura di tutti gli avvisi di garanzia previsti dalla legge. Gli interrogatori sono stati anche registrati”.

Il pm romano Nunzia D’Elia ha poi specificato che “quando sono arrivati” per essere interrogati, i due americani “erano liberi da qualunque tipo di vincolo, in ottime condizioni, senza segni di nessuno genere”. D’Elia ha poi aggiunto: “Abbiamo fornito l’avvocato d’ufficio, nominato l’interprete e consentito a Gabriel Natale di aver un colloquio preliminare con il suo avvocato da soli”.

Sulla polemica riguardo alla foto di Natale Hjorth ammanettato e bendato, il procuratore aggiunto Prestipino ha dichiarato poi che “la procura ha già avviato le indagini per accertare quanto accaduto, per consentire la più adeguata qualificazione giuridica e per individuare tutte le responsabilità”.

Alessandro Della Guglia

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