Leggevo con interesse la notizia della insegnante di Novara la quale ha commentato in maniera disonorevole l'uccisione del povero carabiniere da parte dei due rei confessi cittadini americani. "Uno di meno - avrebbe detto - e poi con la faccia poco intelligente". Io non vorrei essere in questo momento nei panni di questa signora. La signora ha volutamente ingiuriato e leso l' integrita' di un pubblico ufficiale nell'esercizio della sua funzione; funzione tanto piu' preziosa se si considera che il militare ha agito esercitando un dovere a presidio della pubblica salute e incolumita'. Non solo e' stata infangata la memoria della persona stessa, deridendola e sminuendone la dignita' e il ruolo ma, addirittura, nei tardivi commenti di scusa, diffamando l'intera Arima dei carabinieri. Una recente sentenza della Suprema Corte ha ritenuto il reato di diffamazione a mezzo Facebook una fattispecie aggravata del reato base in quanto la condotta, anche se perpetrata una singola volta, puo' raggiungere un numero infinito di utenti. Il danno morale e anche materiale, in questo caso, non investe solo la memoria della persona offesa e dei suoi familiari, ma scredita e getta in cattiva luce la nobile Arma dei Carabinieri, di un'istituzione che representa lo Stato e che e' posta a tutela dell'ordine pubblico e della collettivita'. Reato reso ancora piu' grave in quanto commesso da una persona che, in quanto docente, dovrebbe insegnare ai suoi discenti il rispetto della persona umana, a prescindere da qualsiasi opinione personale e colore politico. Non abbiamo bisogno di punizioni esemplari, ma chi sbaglia deve pagare.
top of page
bottom of page
Speriamo venga licenziata e che non varchi mai più la porta di una scuola perché persone come lei rovinano i nostri giovani.